Un viaggio comincia sempre con il primo passo

Cosa spinge un essere umano a trovare la propria strada?

Ognuno di noi, che voglia ascoltare o meno, porta dentro una voce che reclama forte di essere accontentata.
Si tratta di noi stessi, nella maniera più pura, meno filtrata, il nostro vero io.
In molti casi questo genera conflitto, poiché non sempre riusciamo ad affermarci in quello in cui siamo portati. Per questo motivo la voce viene più o meno ascoltata.
Ma la cosa fondamentale è che non può essere taciuta.

Ho 35 anni e fino a qualche anno fa anch’io ho provato a far sparire la mia voce interiore.

Gran Canaria, 2018

Ho provato a soffocarla con i classici mantra della nostra società:
Trova un lavoro stabile e redditizio
Trova una ragazza con cui fare famiglia
Trova una casa da comprare tramite mutuo

Sono solo alcune frasi che ho tentato di ascoltare disperatamente per placare quella voce che tanto mi infastidiva, che tanto mi destabilizzava, che tanto mi faceva sentire diverso all’interno del mondo che fino ad allora avevo costruito intorno a me.

Ho sempre avuto due grandi passioni che sovrastano tutto il resto: scrivere e viaggiare.

Brasile, 2011

Se per la seconda, ogni finestra di libera uscita dal lavoro (soldi permettendo) era un’ottima scusa per indossare il mio fedele zaino e perdermi nel mondo, per la prima continuavo a sbattere contro muri durissimi e dall’altezza vertiginosa.

Non si capisce perché da bambini sia permesso sognare di diventare chiunque vogliamo, e poi da ragazzi tutto questo diventa spesso proibitivo.
“Abbiamo scherzato, scemo, davvero credevi di poter fare l’astronauta?”

Io volevo fare lo scrittore.

Fiera del libro di Firenze, 2018

All’età di 23 anni, davanti all’ennesimo rifiuto, ho smesso di credere nel mio progetto.
Credo che non sia affatto facile in un mondo che sempre più scoraggia la creatività, spesso vista come sinonimo di troppa indipendenza di pensiero, lottare per affermare quello che si è, ma non credo neanche che questo debba essere preso come una giustificazione.

Avevo chiuso, stop, bandiera bianca.

Gli anni successivi li ho passati con un lavoro stabile e redditizio, una ragazza con cui progettare futuro e famiglia e la ricerca di un modo per avere un mutuo trentennale per una casa…
Ma questo mi destabilizzava sempre più: scappavo appena potevo dall’altra parte del mondo per poi tornare sempre più irrequieto e con la sensazione di dovermi richiudere in gabbia.

Il punto di rottura è arrivato (e oggi dico FINALMENTE) nella prima metà del 2016 quando, come tante persone fanno, mi sono preso un momento di pausa: un mese in solitaria lontano da tutto e da tutti.
Tornato da questo viaggio (di cui parlerò, promesso) il risultato è stato la nascita del mio primo romanzo, che a tutti i costi ho voluto auto pubblicare invece che affidare ad una casa editrice, dal titolo La ragazza che camminava scalza uscito nell’aprile del 2017.

Mi ritrovo oggi, quasi due anni dopo, con una casa editrice tutta mia (e del mio super socio) dal nome NOMADISTAD, con la quale nel settembre del 2018 abbiamo pubblicato anche il mio secondo libro I Giovani di oggi si baciano a voce bassa, una raccolta di pensieri e poesie (già, perché ho scoperto anche questa nuova passione).

Ed ecco infine questo spazio sul web, in cui parlerò di tutto il mio mondo, dando fiato alla voce interiore che spesso con tanta ostinazione tentiamo di soffocare.
E voi cosa scegliereste di fare, l’ascolterete o no?


Mi presento: sono Claudio Galli e questo è il mondo di Nomadistad…

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3 risposte a “Un viaggio comincia sempre con il primo passo”

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